Il sorriso è un’arma di seduzione e può essere considerato anche un biglietto da visita della propria estetica, per questo la sua salute e la sua bellezza sono sempre in primo piano. Lo sbiancamento dei denti è uno dei trattamenti dentistici più richiesti e spesso ci si adopera per effettuarlo con metodi fai da te. Prima di procedere alla scelta di eseguire uno in casa, è bene informarsi sui risultati ottenibili e sulle eventuali conseguenze.
Cosa influenza la colorazione dei denti?
La colorazione della superficie dei denti non è uguale per tutti. In realtà l’idea di candore che si ha della superficie dentale è tutt’altro che naturale e realistica, perché in natura i denti tendono ad una colorazione avorio, che può anche virare verso il giallo o addirittura il marrone, il rosa o il nero, a seconda di numerosi fattori. Ciò che principalmente interferisce con la colorazione dei denti è la genetica, infatti tendenzialmente le popolazioni nordiche hanno una colorazione delle superfici dentali che virano verso il grigio, mentre quelle occidentali verso il giallo.
Ciò che determina il colore visibile del dente è il rapporto tra lo strato di dentina (strato duro sottostante di colore giallo) e lo strato di smalto (strato superficiale di colore bianco), ma non bisogna escludere casi limite in cui la colorazione dei denti può subire variazioni anche permanenti per fattori esterni. In particolare, la mercescenza dei denti e lo sviluppo di tartaro, carie e batteri cromogeni, possono determinare una colorazione marrone dei denti, mentre alcuni farmaci (come le tetracicline) possono indurre macchie nerastre o colorazione rosata dei denti. La colorazione in assoluto più bianca dei denti si riscontra in quelli decidui, ovvero quelli provvisori e temporanei dei bambini che cadono verso i 10-12 anni.
L’importanza della pulizia dei denti: perché farla in casa
Spesso si parla erroneamente di pulizia dei denti per intendere lo sbiancamento delle superfici visibili. In realtà lo sbiancamento comporta la riduzione della cromia dentale, cercando di ottenere una colorazione quanto più possibile vicino al bianco naturale del propria dentatura, mentre la pulizia dei denti rappresenta l’eliminazione del tartaro e della placca presente sulla superficie.
In entrambi i casi è possibile effettuare un procedimento casalingo che permetta di ridurre la presenza di tartaro e placca e di ottenere un blando sbiancamento dentale. Va però precisato che i risultati ottenibili saranno sempre limitati e soprattutto proporzionali al grado di colorazione della propria dentatura naturale.
Attraverso un’igiene dentale quotidiana accurata, eseguita con spazzolamento, dentifricio e spazzolino dopo ogni pasto ed eliminazione dei residui di cibo interdentale con l’utilizzo del filo apposito, si potrà ottenere una riduzione della carica batterica e un contenimento della possibilità di sviluppare carie o far depositare tartaro e placca. Lo sbiancamento fatto in casa, invece, consiste nel lavaggio delle superfici dentali con un pizzico di bicarbonato e limone, da strofinare delicatamente per qualche minuto. Il trattamento non va ripetuto di frequente e andrebbe eseguito non più di una volta al mese, al fine di non danneggiare lo smalto con l’effetto abrasivo del bicarbonato e l’azione corrosiva dell’acido citrico contenuto nel limone.
Sbiancamento dentale professionale
Lo sbiancamento dei denti fatto dal dentista è ben altra cosa, offre risultati migliori a fronte di minori effetti potenzialmente nocivi e, soprattutto, permette di ottenere un risultato più omogeneo e visibile.
Il trattamento sbiancante effettuato dal dentista viene eseguito con una sorta di mascherina da apporre su entrambe le arcate dentarie, previa applicazione di una pasta sbiancante. La pasta agisce attraverso l’attivazione luminosa dell’ossigeno, effettuata tramite la luce led di una lampada speciale che il dentista appoggerà sulle superfici dentali per un tempo programmato di qualche decina di secondi.
La pasta sbiancante contiene perossido di idrogeno e perossido di carbammide, entrambe sostanze che agiscono riducendo la cromia della superficie dentale.
Ultimamente queste tecniche stanno sempre più diventando meno usuali, perché producono comunque effetti temporanei che possono arrecare fastidi e sensibilizzazioni dentali. Molto più frequente sta invece diventando l’applicazione di faccette dentali in ceramica che, posizionate sul dente naturale, permettono di ottenere un candore impossibile da raggiungere con i mezzi tradizionali. Il limite dello sbiancamento professionale eseguito con le paste sbiancanti, infatti, è proprio quello di non riuscire ad andare oltre una certa gradazione di colore, essenzialmente determinata dalla genetica. Inoltre, lo sbiancamento fatto troppo frequentemente danneggia lo smalto e rende i denti sensibili alla sensazione di caldo o freddo, oltre che esporli a macchiarsi più facilmente con alimenti e bevande cromogene. Con l’applicazione delle faccette dentali, invece, l’odontoiatra esegue una limatura della superficie di ogni dente e applica delle piccole lamine di ceramica bianca con una colla speciale biocompatibile, che permette di utilizzare i denti come fossero i propri. Con questa tecnica si ottiene anche un miglioramento dell’estetica dell’intera dentatura, poiché si ottiene la copertura di discromie, denti spezzati, denti disallineati e così via
Detartrasi odontoiatrica e fai da te: le differenze
Prima di poter pensare di effettuare uno sbiancamento, è sempre necessario eseguire una detartrasi. Detartrasi e sbiancamento, infatti, non sono affatto sinonimi ma rappresentano due metodiche dentistiche ben distinte e separate. La detartrasi (o pulizia dentale) è l’eliminazione del tartaro e della placca subgengivale, superficiale e interstiziale, attraverso l’utilizzo di strumenti professionali con getto a pressione che permettono di frantumare ed allontanare fisicamente i precursori della carie. Tartaro e placca riescono infatti a depositarsi nonostante un’igiene dentale corretta e costante, per cui la detartrasi rappresenta un passo indispensabile da eseguire prima di uno sbiancamento. La detartrasi fai da te non può che essere considerata, quindi, la semplice pulizia dei denti quotidiana, eseguita con spazzolino, dentifricio specifico e filo interdentale.
Lo sbiancamento odontoiatrico o quello fai da te presentano invece notevoli differenze, rappresentate da: risultati, benefici, durata dello sbiancamento, potenziali effetti collaterali, etc.
Lo sbiancamento fatto in casa può essere eseguito anche con speciali kit commerciali, costituiti da una pasta sbiancante (solitamente a base di perossido di idrogeno) da applicare con un’apposita mascherina: il tutto va tenuto in posa per una mezz’ora, per poi essere ripetuto settimanalmente fino ad ottenimento del risultato desiderato.
Lo sbiancamento odontoiatrico professionale viene invece svolto in studio, utilizzando una pasta sbiancante ad una concentrazione di perossido di idrogeno da non compromette l’integrità e la salute dei denti.
Tra le varie tecniche di sbiancamento professionale vi è poi quella che sfrutta l’utilizzo della lampada led, la quale accelera i processi che portano allo schiarimento del dente e permette un contatto più rapido con la pasta sbiancante I vantaggi riguardano soprattutto la qualità dei risultati, migliori e duraturi nello sbiancamento professionale odontoiatrico, oltre che la sicurezza di non intaccare la salute dei propri denti.
Sbiancamento fatto in casa: precauzioni e pericoli
A causa dei costi notevolmente agli antipodi, spesso si predilige la scelta di uno sbiancamento fatto in casa, ma prima di procedere è importante conoscerne i potenziali pericoli e sapere come prevenirli con le adeguate precauzioni.
Una delle conseguenze più frequenti e plausibili, è che lo sbiancamento fatto in casa con kit commerciali o con metodi casalinghi non dia i risultati sperati. Se ci si limitasse alla delusione dell’effetto finale sarebbe anche ipotizzabile fare un tentativo fai da te, ma purtroppo lo sbiancamento fatto in casa può nascondere anche dei potenziali pericoli.
La delusione di uno sbiancamento non riuscito potrebbe infatti incentivare a ripetere troppe volte il trattamento o anche a lasciarlo in posa per più tempo: un comportamento di questo tipo potrebbe danneggiare seriamente lo smalto superficiale, rendendolo più debole, fragile ed esposto alle sostanze esterne. La conseguenza più immediata sarebbe quella dell’aumento di sensibilità a cibi e bevande fredde o calde, con forte sensazione di fastidio o addirittura dolore. Per giunta, l’indebolimento dello smalto comporterebbe anche un più rapido ingiallimento successivo dei denti che, per minor spessore e maggior capacità di microinfiltrazione, potrebbero assorbire sostanze cromogene contenute negli alimenti e nelle bevande o subire viraggi di colorazione a seguito di terapie antibiotiche e mediche
Per evitare tutte queste problematiche più o meno importanti, sarà necessario prendere alcune precauzioni cautelative per eseguire la pulizia dei denti:
1- in caso di ipersensibilità pre-esistente evitare lo sbiancamento dentale, soprattutto quello fai da te;
2- se ci sono infiammazioni buccali o carie è prima necessario rivolgersi ad un professionista per curare adeguatamente il problema;
3- se si è in allattamento o in gravidanza sarebbe opportuno rimandare il trattamento;
4- evitare lo sbiancamento in caso di denti devitalizzati, otturazioni, ponti o corone dentali;
5- non effettuare lo sbiancamento su soggetti di età inferiore ai 16 anni;
6- in caso di placca o tartaro richiedere prima un trattamento di detartrasi dal dentista;
7- se è già stato fatto un trattamento sbiancante fai da te con un kit commerciale non ripeterlo prima di un mese;
8- non consumare cibi cromogeni (vino rosso, caffè, tè, cioccolato, etc) subito dopo lo sbiancamento;
9- se si sta seguendo una terapia antibiotica bisogna attendere la fine del trattamento e lo smaltimento organico dei farmaci;
10- evitare di accanirsi con lo sbiancamento se la propria cromia dentale vira naturalmente verso il giallo.
Richiedere sempre un consiglio professionale potrebbe evitare tutta una lunga serie di inconvenienti e problematiche.