Le donazioni di sangue sono in calo e i donatori sempre più anziani. In particolare i mesi dell’estate appena conclusa sono stati caratterizzati da una carenza cronica di sangue in molte Regioni italiane, come rilevato dai dati di SISTRA, il sistema informatico dove le Regioni inseriscono quotidianamente il proprio fabbisogno e le unità eventualmente disponibili.
I picchi di criticità sono stati registrati a luglio, dove in alcuni giorni si sono superate le 1100 unità mancanti su tutto il territorio nazionale.
Le Regioni che hanno evidenziato maggiori carenze sono Lazio, Abruzzo e Basilicata, oltre a Sardegna e Sicilia, le quali hanno un fabbisogno sempre elevato per la presenza di tanti pazienti talassemici che necessitano di sangue per le terapie.
In generale, l’andamento degli ultimi anni ha registrato un progressivo invecchiamento dei donatori. Se il trend non fosse presto invertito, fanno sapere da Avis (Associazione Volontari italiani del Sangue), finirebbero a rischio terapie salvavita, trasfusioni e interventi chirurgici in emergenza. Basti considerare che una persona leucemica ha bisogno di otto donatori a settimana, che talassemie e altre emoglobinopatie “assorbono” il 10% delle unità raccolte a livello nazionale e che per interventi chirurgici come un trapianto di cuore o polmone possono servire anche 40 sacche di sangue.
Grazie all’utilizzo di avanzati software gestionali oggi le strutture sanitarie riescono a ottimizzare la gestione di sacche di sangue per le trasfusioni, tenendo traccia della provenienza, delle richieste e delle consegne. Peccato che in questi ultimi mesi le Regioni con capacità di produzione maggiore non siano riuscite a rispettare gli accordi programmati all’inizio dell’anno per fornire sangue a quelle con carenze croniche.
Da qui l’appello di Avis, che da una parte ha chiesto maggiore flessibilità alle Regioni sui giorni e gli orari di apertura delle strutture trasfusionali, per consentire, soprattutto nei mesi estivi, la donazione non soltanto nei giorni feriali e negli orari canonici; dall’altra, ha iniziato una campagna di sensibilizzazione nelle scuole, dalle materne alle superiori, per avvicinare i giovani a un tema così delicato e importante.
Di ragazzi e ragazze disposti a donare, come ha spiegato alla stampa Gabriele Pagliarini, presidente della sezione bresciana di Avis, ce ne sono parecchi, ma in tanti casi è la normativa sempre più stretta che regola la materia a impedire la donazione: non soltanto alcol e droga, anche viaggi e tatuaggi rappresentano un ostacolo. Chi viaggia in zone considerate “a rischio”, come alcuni paesi africani e asiatici, deve infatti sospendere la donazione per parecchi mesi, mentre per piercing e tatuaggi lo stop è di quattro mesi.