Da sempre, il camice bianco viene tradizionalmente associato alla figura del medico e del personale sanitario: rappresenta un elemento distintivo del ruolo che questi svolgono. In particolare oggi, in un momento storico di emergenza sanitaria mondiale, i camici – insieme a guanti e mascherine – sono diventati i simboli della lotta al coronavirus. Comunicano serietà, professionalità, affidabilità, sicurezza, competenza: la summa di tutto quello che rappresentano i medici.
Ma come mai proprio i camici bianchi sono diventati simbolo della professione medica? Qual è la loro storia? Per saperne di più, abbiamo chiesto a uno specialista del settore: Isacco, produttore di camici da uomo; il quale ci ha raccontato che i camici, un tempo, erano tutt’altro che bianchi.
La storia dei camici da uomo
Anticamente, o almeno fino al 1800, i camici da uomo indossati dai luminari, predecessori di coloro che oggi chiamiamo “medici”, non erano affatto bianchi, anzi! Erano di colori scuri, generalmente neri.
Come spesso accade, troviamo riprova della storia nell’arte. Infatti, è grazie a un famoso dipinto di Thomas Eakins, intitolato The Gross Clinic (1975), che siamo a conoscenza dell’attitudine medica ad indossare inizialmente il colore nero. Questo dipinto raffigura il Dr. Samuel Gross e i suoi assistenti presso il Jefferson Medical College di Philadelphia, mentre operano un paziente, rigorosamente vestiti di nero.
Dopo il 1875, tuttavia, c’è stato un cambio di rotta, che ha portato i medici a optare per camici da uomo bianchi, e non più neri. Ancora una volta, abbiamo a riprova di questo cambiamento un dipinto, sempre di Eakins, risalente al 1889 e intitolato The Agnew Clinic, che rappresenta medici e infermieri in camici rigorosamente bianchi. Da qui ha inizio un cambiamento rivoluzionario per l’immagine comune associata a medici e infermieri.
La motivazione che ha portato a questo cambiamento non è del tutto chiara ma, tra le ipotesi possibili, questa risulta la più plausibile: proprio nel corso dell’800, gli studi medici hanno dimostrato come i batteri riuscissero a vivere non solo nel corpo, ma anche nei tessuti. Da qui, l’esigenza di lavare i camici ad altissime temperature.
I camici neri erano incapaci di sostenere lavaggi frequenti ad alte temperature, rovinandosi subito. Per questo motivo, si è deciso di passare ai camici bianchi, più resistenti e facilmente lavabili a qualsiasi temperatura, con la possibilità di usare agenti antibatterici particolarmente aggressivi come la candeggina.
Il vero fattore differenziale, dunque, che ha dettato il passaggio alla storia dei camici bianchi come simbolo per eccellenza della figura medica, è stato semplicemente un dettaglio pratico, dovuto alla necessità di proteggere i medici da germi e batteri.
I camici da uomo oggi
I camici da uomo di oggi, seppur rimasti legati alla tradizione nella scelta del colore bianco, permettono al medico che li indossa di osare un po’ di più rispetto al passato, con tagli, modelli, chiusure, lunghezze e polsini di ogni genere.
Non più solo classici scolli a V, tagli dritti e bottoni ad asola, ma tante proposte interessanti, per giocare con lo stile senza rinunciare a sicurezza, protezione, comodità e praticità. Particolarissimo, per esempio, il colletto alla coreana; le pinces, che regalano un’elegante sciancratura; la zip, che facilita la chiusura; il doppiopetto, estremamente distinto e di classe.
Pochi elementi, che riescono a trasformare un oggetto che nasce tradizionalmente come strumento di protezione, in un vero e proprio elemento distintivo non solo della professione medica, ma del singolo medico, che può finalmente esprimere la propria personalità attraverso i dettagli del camice.
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