La continua ricerca della perfezione fisica, il desiderio di apparire sempre al meglio al di là dei canoni estetici del suo tempo, ma anche la necessità di approvazione continua che porta inevitabilmente ad estraniarsi da sé. Parliamo di Michael Jackson e della sua continua ricerca di perfezione in tutti i campi. Che avesse un attaccamento viscerale alla chirurgia estetica, sin dal 1979, era ben noto a tutti, ma non è possibile capire i motivi per cui il cantante desiderasse la perfezione, e fosse affetto dalla sindrome di Peter Pan, se non partiamo dalla sua infanzia e adolescenza.
Che tutto abbia avuto inizio con il primo intervento del chirurgo sul suo naso è ben noto, perché stato sviscerato in migliaia di articoli e trasmissioni, ma perché non abbia mai accettato il colore della sua pelle e il suo aspetto probabilmente non lo sapremo mai.
Di certo rimane un fatto: il cantante si è sottoposto a numerosissimi interventi di chirurgia plastica, dai 10 ai 12, per cercare di trovare la perfezione. A confermarlo, nel 2003, una dottoressa estetica americana, specialista in rinoplastica, Pamela Lipkin, che ha effettuato l’intervento richiesto da Jackson seguendo il profilo e analizzando una foto portata dall’artista come esempio da seguire. Ma dopo ogni intervento, il cantante non sembrava mai soddisfatto del risultato e questo lo portava a richiedere sempre una nuova operazione. Pare, infatti, che la sua fosse proprio una reale ossessione.
L’anno 1979, infatti, segnò l’inizio e il punto di partenza dello strano rapporto di Michael Jackson con la chirurgia estetica, che durò fino agli ultimi giorni della sua vita, nel 2009, quando decise appunto di ricorrere – per la prima volta – alla rinoplastica. I media – quando la notizia venne diffusa nel mondo – parlavano di un intervento funzionale necessario per motivi respiratori, causati dalla deviazione del setto nasale a seguito di una frattura.
In realtà, la sorella La Toya sapeva bene come stessero le cose e lo rivelò solo nel 2015, durante una intervista: in realtà la vera motivazione era legata all’ossessione fisica e al rapporto malsano che il fratello aveva con il suo fisico e in particolare con il suo naso.
Secondo il cantante, infatti, il suo naso non era proporzionato al resto del viso, era troppo grande e quindi da correggere. Continuamente. Non a caso, tantissime fonti riportano della travagliata infanzia di Michael Jackson e del rapporto terribile che aveva con suo padre, il quale non perdeva occasione per offenderlo e umiliarlo fin da piccolo, facendogli così perdere la fiducia in se stesso. Per tutta risposta, da adulto, Michael ha provato a cancellare questa “macchia” sul suo volto richiedendo ai chirurghi specialisti una perfezione che forse non si poteva realizzare.
Ma quello di Michael Jackson non è l’unico strano caso di rapporto falsato con il mondo della chirurgia estetica e degli interventi migliorativi.
“Spesso i pazienti – fa sapere Marco Castelli, chirurgo specializzato di fama internazionale che opera sia in Italia che in Svizzera – subiscono delle vere e proprie ossessioni di cui non sono coscienti, generalmente provocate da traumi o esperienze negative, che fanno nascere il desiderio di un cambiamento radicale e di una perfezione inesistente. Per questo è fondamentale – prima di decidere di sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica – chiedere il consiglio di un chirurgo professionista ed esperto, che sappia consigliare correttamente il paziente evitando che prenda decisioni di cui potrebbe pentirsi”. È quindi fondamentale ascoltare le raccomandazioni dello specialista, il quale opererà il paziente nella parte interessata solo se ritenuto indispensabile e veramente utile. Il consulto con lo specialista consente di valutare il tipo di intervento e avere una previsione realistica del risultato dopo l’operazione, capire cosa prevede il pre, il post intervento e le modalità.