Esistono alcune differenze importanti tra la cannabis indica e quella sativa.
In linea generale la canapa denominata Indica ha un effetto calmante sull’organismo umano con funzioni rilassanti e lenitive, la canapa Sativa ha invece un potere decisamente stimolante ed energizzante.
Ovvio considerare quindi che le due tipologie di canapa possono essere sfruttate per obbiettivi diversi.
Ricordiamo che in Italia la canapa di tipologia Indica è legale se di qualità light, cioè con una concentrazione di Tetraidrocannabinolo (THC) inferiore alla percentuale di 0.2. Con questi numeri è possibile coltivarla e venderla.
Le caratteristiche morfologiche delle piante
- L’altezza della pianta. La cannabis indica è caratterizzata da una pianta più bassa (al massimo un metro e mezzo) e con una forma conica, mentre la pianta della cannabis sativa si presenta alta (fino a 5 mt) e con rami allungati e snelli;
- Le foglie. All’aspetto diverso delle due piante contribuiscono anche le foglie. Per esempio, quella della cannabis sativa sono a ventaglio, strette e allungate e presentano delle forme simili a dita affusolate. Le foglie della cannabis indica, invece, sono sempre a forma di ventaglio, ma hanno dita corte e tozze.
- Le cime delle piante. Le cime delle piante di cannabis sativa si dimostrano sottili e leggere, allungate verso l’alto. Al contrario, quelle delle piante di indica sono compatte, basse e piuttosto dense.
- I fiori. Anche i fiori prodotti dalle due piante presentano alcune differenze fra loro. In particolare, le infiorescenze della cannabis sativa sono leggere e vaporose. Quando si acquistano, è possibile notare una notevole differenza con quelle della cannabis indica già a partire dai sacchetti che le contengono. Infatti, a causa della vaporosità delle prime, occorrono loro contenitori più ampi a parità di peso e quantità rispetto ai fiori della cannabis indica.
- Il tipo di coltivazione: la tipologia indica può anche essere coltivata indoor, mentre l’altra vuole ampi spazi all’aperto.
Per quanto riguarda chi ne fa uso, nel gusto delle due piante, non è possibile ritrovare molte differenze. Solo i più esperti riescono a individuare la tipologia di pianta dal suo sapore e dal suo aroma: dolciastra e fruttata la Indica, di terra e petrolio la Sativa.
Provenienza e storia della Cannabis
Esistono testimonianze del neolitico dove gli steli di canapa venivano utilizzata per produrre corde e fibre per la tessitura, mentre i semi e l’olio venivano sfruttati per l’alimentazione. La Marijuana (diversa dalla canapa) veniva utilizzata già circa 5 mila anni fa sia per motivi medici e sia per scopi “ricreativi”.
Viene riferito dagli studiosi, che tutti i popoli antichi (romani, greci, assiri, egizi, persiani e indiani) conoscevano la cannabis e la utilizzavano per scopi clinici. Le malattie che venivano trattate con rimedi a base i marijuana erano malaria, reumatismi e per l’affaticamento.
La Sativa proviene dai paesi asiatici come Thailandia e Vietnam ma anche dal sud America da paesi come Colombia e Messico.
La Indica si capisce dal nome, ha la sua origine in India, ma prediligendo climi freschi e asciutti si è diffusa anche in Afghanistan e Pakistan.
Efficacia dell’utilizzo terapeutico della cannabis Indica
Le proprietà di questa tipologia di marijuana sono note fin dai tempi antichi: essa veniva già utilizzata in epoche remote per:
- La sua azione di antidolorifico: abbassa in tutto l’organismo la percezione del dolore.
- Il suo effetto antinfiammatorio ed analgesico: grazie alle sue caratteristiche può essere usata per lenire infiammazioni e i dolori muscolari, articolari e neuropatie.
- Azione distensiva, rilassante e calmante: ha effetto sia sul pensiero contrastando stress e ansia, sia sul fisico contrastando l’insonnia ed ha un effetto sedativo anche per l’apparato muscolare.
- Essa può fungere da stimolante per persone inappetenti e/o depresse.
Efficacia dell’utilizzo terapeutico della cannabis Sativa
In particolare gli estratti di questa pianta vengono utilizzati per fare il famoso olio di CBD.
Con questo prodotto si possono risolvere o alleviare molti problemi fisici, è legale e non presenta effetti collaterali. Non ha nessun effetto psicotropo e rispetta i canoni di legge sul quantitativo di THC dello 0.2%.
Gli effetti dell’uso della cannabis terapeutica sono diversi tra loro. Per lo più, dipendono dal modo in cui viene assunta la cannabis, dalla quantità che se ne usa e dal numero di molecole di cannabinoidi che entrano nel nostro organismo.
Gli effetti principali, comunque, sono quello analgesico e quello rilassante. Entrambi gli effetti hanno un risvolto importante sull’umore, la tensione e il dolore, risolvendoli completamente. È molto importante, inoltre, notare come la cannabis appaia utile nel trattamento del dolore cronico. Studi del 2017 hanno dimostrato che i pazienti che l’assumevano accusavano meno dolore, nonostante stessero affrontando trattamenti complessi e difficili da sopportare come gli esiti di interventi chirurgici nonché dolori cronici e debilitanti.