Nel settore industriale moltissimi impianti e macchine operatrici fanno uso di componenti oleodinamici.
I componenti oleodinamici per loro stessa natura operano in condizioni stress meccanico e sottoposti ad elevata pressione di esercizio: per questo motivo il rischio di usura è elevato.
Un altro fattore non trascurabile di usura dei componenti oleodinamici il degradamento delle prestazioni del fluido.
In questo articolo ti spiego quali sono le cause principali di usura dei componenti oleodinamici, cosa succede al fluido e quali sono i piccoli accorgimenti da osservare per evitare di contribuire all’usura dei propri componenti oleodinamici.
Due sono le cause di degradamento del fluido:
- presenza nel fluido di particelle estranee che possono contaminare l’olio che fa funzionare il circuito oleodinamico per questo motivo uno dei componenti oleodinamico irrinunciabile di un circuito oleodinamico è il filtro dell’olio.La maggior parte dei componenti è infatti in contattato con l’olio e se in esso si trovano particelle di dimensioni superiori alle tolleranze di funzionamento del componente si verificano dei fenomeni di usura per erosione o per abrasione che portano ad una serie di problemi di funzionamento ed a perdita di prestazioni da parte dell’impianto.
- Surriscaldamento del fluido. Durante il funzionamento dell’impianto la temperatura del fluido varia essendo in relazione con la pressione un elevato aumento della temperatura genera inquinamento e degradazione del fluido. Infatti la formazione di elementi dalla defradazione degli idrocarburi è influenzata dalla temperatura. In linea generale si può prendere a riferimento la temperatura di 60 gradi centigradi entro la quale la degradazione è costante, mentre oltre questa soglia la velocità di degradazione del liquido raddoppia ogni 10 gradi.
Queste condizioni di degradazione del fluido creano nei componenti oleodinamici una elevata usura e spesso questo genera la necessità di sostituire uno o più componenti oleodinamici presenti nell’impianto per ripristinarne il funzionamento ottimale.
Ma vediamo in estrema sintesi quali sono i componenti oleodinamici che compongono un impianto: pompe, tubazioni, valvole , raccordi, filtri , guarnizioni, scambiatori di calore, accumulatori idraulici, attuatori: come cilindri e prese di forza. Ciascuna di queste famiglie di componenti oleodinamici a propria volta contiene una grande variabilità di tipologie per realizzare le specifiche funzioni richieste come ad esempio esistono decine di tipologie di valvole, tubi, ecc. ecc..
Tutti questi elementi lavorano insieme per costituire un impianto e tutti devono fare la propria parte.
Principali cause di guasti negli impianti oleodinamici: perdite del circuito, rottura di valvole, perdite o rotture delle connessioni, contaminazione dell’ olio e ostruzione dei filtri.
ATTENZIONE La rottura di un singolo componente del circuito oleodinamico può portare spesso al fermo di tutto il circuito.
In questi casi la velocità si risoluzione del problema è importantissima. La rottura di un componente oleodinamico porta con se il possibile blocco di una intera linea di produzione o di un automezzo o di una macchina operatrice che rallenta o blocca il lavoro di un cantiere. In pratica un fermo impianto per la rottura di un componente oleodinamico ha un costo importante per l’azienda.
Quale conseguenza possiamo trarre?
- Utilizzare macchine e attrezzature all’interno dei loro parametri operativi senza forzare oltre alla portata nominale, per usi scorretti o trascuratezza da parte dell’operatore.
- Verificare lo stato dell’olio idraulico e dei filtri
- Realizzare la manutenzione prevista
- Potere contare sul giusto fornitore di parti di ricambio di componenti oleodinamici.
Come dicevamo precedentemente i componenti oleodinamici sono migliaia e migliaia e per questo poter contare su di un fornitore competente e con un magazzino ben fornito per fare fronte ad ogni tipo di sostituzione, aumenta la produttività di tutta l’azienda e diminuisce i tempi di fermo dell’impianto.