La decisione di aprire un proprio business comporta una serie di azioni importanti, per l’identificazione del logo e del marchio aziendale. Questi due fattori sono importanti per dare un’anima all’azienda che dovrà essere riconosciuta e ricordata dalle persone nel corso della sua vita.
Ci sono varie tipologie di marchio: le scopriamo insieme?
Tipologie di marchio aziendale italiano
Nel momento in cui si desidera aprire una azienda o un business personale, la prima cosa da fare è avere idea di quale prodotto/servizio offrire per poi creare la propria identità.
Ci si informa su come creare il logo, quali sono i fattori distintivi di un competitor e il costo per registrare il marchio dando vita al proprio business step by step.
Non tutti però vanno a fondo della questione e conoscono le varie tipologie di marchio aziendale italiano. Tra quelli più richiesti troviamo:
Marchio figurativo, nominativo, denominativo
Il marchio figurativo riprende una figura oppure si basa sulla riproduzione di oggetti reali o di fantasia. Il marchio nominativo riprende solo il nome del produttore, mentre quello denominati si basa sulla parola – disegno – cifra – suono o lettera.
Marchio collettivo
Il collettivo consente una maggiore sicurezza per il consumatore sulla qualità, natura e provenienza geografica di un prodotto o servizio. Non indica il singolo prodotto ma tutto ciò che possa confermarne la veridicità oltre che la qualità sotto ogni punto di vista. Chi registra il marchio collettivo non è colui che commercializza e/o produce un determinato prodotto ma chi ne garantisce gli alti standard di qualità.
Marchio di fatto
Quando si parla di marchio di fatto, in realtà di parla di un marchio che non viene registrato.
L’art. 2571 c.c consente al proprietario del marchio non registrato di usarlo, nonostante sia richiesta la registrazione e comunque nei limiti come da legge vigente. Questi sono di natura territoriale e merceologica, considerando che non registrando il marchio il proprietario non gode di una tutela giuridica.
La notorietà locale del marchio non registrato consente a terzi di utilizzare il medesimo, senza che questo si opponga. È importante valutare caso per caso avvalendosi di un avvocato competente.
Marchio forte e debole
Quando si parla di originalità, si mette l’accento sul marchio forte o sul marchio debole. Quello debole si riferisce ad una terminologia comune che si identifica con un apporto minimo dell’originalità e fantasia.
Tutto questo al contrario di un marchio forte, con una originalità al 100% seppur non collegabile direttamente ad un prodotto. Nel marchio forte si caratterizza l’elemento rendendolo inconfondibile agli occhi dell’utente.
Marchio di fabbrica – commercio
L’art. 2572 c.c. distingue anche il marchio di fabbrica e di commercio, apposto dal venditore per vendere un bene a terzi. Il rivenditore apporre il marchio al prodotto in vendita seppur non potendo sopprimere del tutto il marchio del produttore.
Marchio DOC
Una categoria completamente diversa che riguarda il DOC, denominazione di origine controllata. In questo caso non si identifica un tipo di prodotto e impresa, bensì caratterizza la provenienza accertandone la regione. Non è necessaria la registrazione.